Cosa sono i Pensieri Intrusivi?
Un pensiero intrusivo emerso del tutto inconsapevolmente
Partiamo da un presupposto: il pensiero in sé non è un problema! È l’attenzione che viene data al contenuto del pensiero stesso invece che potrebbe esserlo.
Gli esseri umani pensano molto e molto velocemente; siamo in grado di avere più di mille pensieri in un unico giorno.
Spesso sono utili, razionali e sensati, altre volte al contrario possono essere singolari, disfunzionali e irrazionali, insorgono rapidamente, uno dietro l’altro molto rapidamente, escono dal nostro controllo e ci spaventano.
Per esempio potremmo passeggiare per strada mangiando tranquillamente un gelato e vedendo un bell’albero potremmo pensare a come starebbe bene nel nostro giardino e, se fa caldo in quel momento, a quanta bella ombra e frescura potremmo avere.
Se fossimo “colpiti” da un pensiero intrusivo potremmo invece, per esempio, pensare a come potrebbe essere arrampicarsi fino in cima e lasciarsi cadere giù.
Eccolo qua!
Un pensiero intrusivo emerso del tutto inconsapevolmente e il cui contenuto è senza alcuna motivazione. A renderli davvero disturbanti sono le domande che la persona inizia a porsi sullo stesso pensiero: come mai sto pensando a questo?
Perché voglio farmi del male?
Sono una cattiva persona?
Non è normale pensare a questo, se lo faccio forse sono io a non essere normale…
Si inizia così a prestare attenzione al flusso dei pensieri e si cerca di formulare un giudizio o di fare un’analisi su quanto appena pensato.
Cosa Succede Quando Diamo Attenzione ad un Pensiero Intrusivo?
Più la persona inizia a soffermarsi su questi pensieri, più carichiamo il pensiero di realtà.
Il cervello attiva infatti nuove connessioni per preparare la persona, per esempio, a un possibile pericolo, stimolando emozioni e determinando nuovi comportamenti finalizzati a “salvarsi” dalla paura di questo pensiero che sembra così reale. Il nostro cervello lavora in modo tale da attivare il nostro corpo a rispondere a questo nuovo pericolo “che sono i nostri stessi pensieri”…….risultato? Paura della Paura dei nostri pensieri che prendono forma di realtà. E la gabbia si chiude intorno a noi.
Solitamente i pensieri intrusivi rientrano in delle macro-categorie di cui le principali sono:
Pensieri violenti: le persone che ne sono influenzate temono di commettere azioni violente su sé stessi o sui loro cari, ma anche su un possibile sconosciuto che si siede accanto loro: “e se adesso prendessi un coltello e mi uccidessi” “potrei perdere il controllo e assalire qualcuno (anche se non voglio farlo)”; “potrei gettare il cane dalle finestra”;
Pensieri sessuali;
Pensieri sull’identità di genere: ossia il dubbio di essere omosessuale, oppure ricorrenti immagini a sfondo sessuale, dubbi riguardanti la propria identità sessuale;
Pensieri sul credo religioso: immagini mentali e pensieri a contenuto blasfemo, pensieri quali “potrei bestemmiare in chiesa (anche se non intendo farlo)”;
Pensieri di relazione: vale a dire timori irrazionali su possibili tradimenti del partner o sul non essere degni di meritare l’amore degli altri.
Come Gestire i Pensieri Intrusivi?
Tornando ai nostri pensieri intrusivi, se vi state chiedendo se è possibile imparare a gestirli la risposta è si.
La prima cosa da ricordare è che i contenuti di questi pensieri, il più delle volte, non hanno alcun significato e che questi pensieri non indicano necessariamente il carattere di una persona.
La Terapia Cognitivo Comportamentale può essere molto utile, aiutando innanzitutto la persona a riconoscere i pensieri, distinguere tra quelli utili e funzionali e quelli disfunzionali e irrazionali. Le tecniche utilizzate si rivelano poi ottime alleate per la loro messa in discussione al fine di riprendere il controllo.
Per riuscire a “osservare” il proprio pensiero, vedere sé stessi come pensatori di pensieri, vale a dire diventarne consapevoli e restare sul pensiero stesso dirigendo e spostando l’attenzione attraverso la concentrazione, è senz’altro molto utile la Mindfulness, disciplina che insegna a “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”.
Una delle tecniche che aiuta maggiormente nella gestione dei pensieri intrusivi è proprio imparare ad accettarne l’esistenza, riconoscendo che il pensiero può giungere alla mente, ma che non si è costretti per forza a farsi condizionare da esso.
Dopo aver praticato la Mindfulness ed aver imparato ad osservare il pensiero nel “qui ed ora”, sarà più facile osservare quando il pensiero disfunzionale si crea e poi osservarlo mentre se ne va e si allontana dalla nostra mente; un po’ come se si stesse guardando il paesaggio dal finestrino di un treno: si osserva il paesaggio che si sta avvicinando e che a poco a poco si allontana sempre di più fino a scomparire…
Per cui imparare ad accettare i vostri pensieri, significa essere consapevoli che non si possono evitare ma che si può scegliere che uso farne.
Liberarsi dai pensieri intrusivi.
Il cervello apprende dalle esperienze ripetute! E ogni pensiero è, in un modo o nell’altro, un’esperienza. Ogni volta che formuliamo un pensiero, la nostra mente crea automaticamente connessioni e dà a quel pensiero un significato; attraverso la ristrutturazione cognitiva possiamo comprendere che le emozioni di paura, ansia e vergogna suscitate dai pensieri intrusivi possono essere del tutto infondate in quanto il pensiero non è reale e quindi, la minaccia che il nostro cervello percepisce, non è veritiera.
La ristrutturazione cognitiva, per esempio, è una tecnica della Terapia Cognitiva Comportamentale (TCC) dove terapeuta e paziente imparano a identificare i pensieri e a metterli in discussione attraverso nuove modalità di lettura di pensieri con conseguente modificazioni degli stati d’animo.