Dieci Donne di Marcela Serrano
Il variegato universo femminile
Nove donne più una. Nove donne sono convocate dalla psicoterapeuta per raccontare la loro storia e le ragioni per le quali sono andate in terapia, per parlare di sé e delle innumerevoli riflessioni fatte nel corso della loro vita. Con estremo coraggio si mettono a nudo dinanzi alle loro casuali compagne di viaggio raccontando in modo intenso, sofferto ma consapevole le loro preziose esperienze.
Ognuna di loro porta ed apporta il proprio vissuto più o meno sofferto. Ognuna racconta liberamente come dinanzi ad un confessore i propri disagi, le proprie paure, i limiti e l’aggressività, nella speranza di liberarsi da fardelli che apparentemente costituiscono un tutt’uno con la loro vita passata e futura.
Sembra che le esperienze dell’infanzia abbiano “costruito” una sorta di DNA aggiuntivo dal quale sarà difficilissimo potersi liberare, anche volendo.
Non è un caso che siano delle donne a parlare, perché spesso sono loro portatrici di silenzioso dolore, ma altrettanto spesso, trovano per fortuna il coraggio di volersene liberare ricominciando a vivere.
Quante volte abbiamo pensato di fare un percorso di psicoterapia?
“Da vicino nessuno è normale” sosteneva Basaglia. Le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre azioni sono valutate come giuste o sbagliate in base al nostro sistema di valori e il contesto sociale e culturale di appartenenza. Talvolta, utilizziamo degli schemi di comportamento, a cui siamo abituati, che non si rivelano più efficaci in determinate situazioni e percepiamo disagio. Andare da uno psicologo significa intraprendere un percorso di rilettura dei propri schemi disfunzionali e ricercare modalità di funzionamento più efficaci.
Provare ansia, non riuscire a prendere delle decisioni, vivere esperienze stressanti, come un lutto, la fine di una relazione, la perdita del lavoro, connessi a dei vissuti emotivi intensi e prolungati tanto da generare sofferenza psicologica è molto comune.
Avere un disturbo psicologico quindi non significa essere matti, ma avere una sofferenza che interessa l’area di funzionamento della nostra mente, così come accade alle altre parti del nostro organismo.
Se si va dal medico quando si ha un mal di schiena intenso, che non diminuisce con il passare dei giorni, che ostacola le nostre attività quotidiane… perché non si può andare da uno psicologo quando si sente una tristezza intensa, che non diminuisce con il passare dei giorni, che ostacola le nostre attività quotidiane?
Ebbene le nostre 9 donne decidono di rileggere le loro storie. Sicuramente si avviano verso la stanza delle terapia colme di ansia, pre-occopazione, pensando al giudizio degli altri……
Viviamo in un’epoca in cui si è titolati a vivere solo se perfetti. Ogni insufficienza, ogni debolezza, ogni fragilità sembra bandita. Dalla terra degli sbagliati scampano temporaneamente quelli che mentono a sé stessi costruendo corazze di perfezione, ma c’è un altro modo di mettersi in salvo, ed è costruire un’altra terra, fecondissima, la terra di coloro che sanno essere fragili.
Molte persone hanno la convinzione di essere nate in un certo modo e, di conseguenza, di non poter cambiare.
L’errore è considerare l’essere umano come un’entità monolitica quando, in realtà, siamo qualcosa di più delle singole parti che ci costituiscono.
Dunque, è possibile cambiare?
Si. Accorgendosi che siamo responsabili dei nostri comportamenti e che abbiamo un potere su di essi.
Chi sostiene il contrario, tendenzialmente ha una forte resistenza al cambiamento e i motivi potrebbero essere diversi.
Molte persone hanno scarsa consapevolezza di sé e, di conseguenza, non riescono a mettere a fuoco gli aspetti interni che creano disagio e si sentono confusi. Altre hanno paura del cambiamento in quanto implica fare delle scelte e mettersi in discussione. Alcune persone sono colte da un sentimento di sfiducia e pessimismo verso sé stessi e le proprie capacità oppure dai sensi di colpa: ci si sente inadeguati ad affrontare il cambiamento o senza il diritto di averlo.
E’ possibile anche che ci siano distorsioni cognitive: ogni cosa che accade è attribuita all’esterno per cui si è convinti che siano gli altri o l’ambiente a dover cambiare.
Andare da uno psicologo aiuterà a capire tutto questo.
Tale è la ricchezza di spunti che si può trarre da questo libro che, mi sento di invitarvi direttamente alla lettura citando come assaggio, alcune brevi frasi tratte direttamente dai racconti delle protagoniste.
Il variegato universo femminile.
Vi sarà possibile approfondire, se vorrete, ogni singola storia e calarvi, come è accaduto a me, nel variegato universo femminile, magari riconoscendo anche una piccola e nascosta parte di voi nelle esperienze delle “Dieci donne”.
Francisca: “L’odio è stancante, abituarsi non serve, l’odio è come il sangue macchia tutto”.
Manè: “Beh, il passato, questo è tutto quello che possiedo”
Juana: “ Il dolore viene dall’esterno e mi scivola dentro!
Simona: “Non devo più farmi carico di un altra testa, di un altro corpo, di altre aspirazioni…..insomma di altre sofferenze”
Layla:“Sono nata e cresciuta nel più totale dominio del sesso maschile”
Luisa: “Sapete cos’è che mi ammazza? Il silenzio”
Guadalupe: “Il motivo principale per cui sono qui è che sono molto diversa dalle altre donne”
Andrea: “Un marito è come un luogo, forse è come un prologo o un foglietto illustrativo”
Ana Rosa: “La frase preferita di mia madre era che aveva una figlia inconsistente”
Natasha: “Il valore dell’essere umano sta nella sua capacità di separarsi dagli altri di essere indipendente, di appartenere a se stesso”.
Sono donne diversissime fra loro:
Lupe, adolescente lesbica, alla ricerca della propria identità tra feste, sesso, droghe e passioni non proprio convenzionali; Luisa, vedova di un desaparecido, che per trent’anni aspetta il ritorno del suo unico amore; Andrea, giornalista di successo che si rifugia nella solitudine di Atacama, il deserto più arido del pianeta, Manè, attrice ormai anziana che da giovane ha fatto la vita spensierata della cicala e ora si trova a dover affrontare una difficile solitudine; Fransisca con un passato problematico che ha saputo, con anni di lavoro su stessa, riconquistarsi una normalità apparentemente banale e insignificante.
Ed altre ancora, ognuna di loro diversissima per origine, professione, età, estrazione sociale, ma in questi coraggiosi monologhi, tra le righe, scopriamo che per quanto diverse le loro esperienze si richiamano ed hanno un filo che le unisce: la vera protagonista del romanzo è la femminilità.