L’Attacco di Panico e L’Agorafobia
Pensiero catastrofico
Disturbo di Panico
Il disturbo di panico si verifica quando si hanno attacchi di panico ripetuti e inaspettati, senza una evidente causa scatenante.
Il disturbo di panico si considera diagnosticato quando si verificano attacchi ripetuti e inaspettati seguiti da un periodo di tempo, di almeno un mese, in cui è presente la preoccupazione continua che possano ripresentarsi e avere conseguenze gravi (ad esempio, paura di avere un attacco cardiaco o di impazzire).
Capita a tutti
Tutte le persone possono sperimentare sentimenti di ansia e di paura in determinati momenti della propria vita. È una risposta naturale a situazioni stressanti o pericolose.
Tuttavia, negli individui colpiti dal disturbo di panico, i sentimenti di ansia, stress e terrore si verificano frequentemente, improvvisamente e spontaneamente.
Inoltre, compare la preoccupazione, persistente nel tempo, di avere altri attacchi di panico e delle possibili conseguenze (ad esempio, paura di perdere il controllo, di avere un attacco cardiaco, ecc.).
Come si verifica l’attacco di panico
Un attacco di panico si verifica quando ci si sente di colpo, senza motivo, in preda a una paura molto intensa associata, spesso, al timore di star per morire. Durante un attacco di panico si manifestano fastidi fisici come, ad esempio: nausea o disturbi addominali; sudorazione; tremori; palpitazioni, tachicardia; sensazione di mancanza d’aria o di soffocamento.
Il numero di attacchi di panico dipende dalla gravità della malattia. Alcune persone possono averne uno o due ogni mese; altre, diversi a settimana. Possono essere molto spaventosi e intensi, ma non sono pericolosi. Non causano alcun danno fisico, ed è improbabile che richiedano il ricovero in ospedale.
Come avviene per molti problemi di salute mentale, anche la causa esatta del disturbo di panico non è chiara. Tuttavia, si pensa sia legato a una combinazione di fattori fisici e psicologici.
La Terapia
La terapia è molto più efficace se iniziata appena i disturbi si presentano. Se non curato, può diventare debilitante, portare all’isolamento sociale e aumentare il rischio di sviluppare altri problemi di salute mentale come, ad esempio, l’agorafobia o altre fobie.
I sintomi fisici di un attacco di panico sono sgradevoli e possono anche essere accompagnati da estrema paura o terrore. Per questo motivo, le persone iniziano a temere l’attacco successivo. A volte, possono essere così intensi da dare la sensazione di essere colpiti da un attacco di cuore. Tuttavia, anche se dovessero comparire un battito cardiaco accelerato e la mancanza di respiro, è importante sapere che non costituiscono i segnali di un infarto. Anche se spaventosi, gli attacchi di panico non causano danni fisici.
Le persone che ne soffrono da un certo periodo di tempo, di solito, imparano a riconoscere questa “sensazione di avere un infarto” e diventano più consapevoli dei modi per controllarla.
La maggior parte degli attacchi di panico dura da cinque a 20 minuti, anche se ci sono segnalazioni di alcuni attacchi prolungati fino ad un’ora. In questi casi è probabile che si sia verificato un secondo attacco subito dopo il primo oppure siano rimasti alti i livelli di ansia.
Nel corso di un attacco i sintomi fisici possono essere così intensi e fuori controllo da provocare un sentimento di distacco dalla situazione che si sta vivendo, dal proprio corpo e dall’ambiente circostante. Può sembrare di essere in una situazione irreale di cui si è solo spettatori. Questo fenomeno è noto come depersonalizzazione che rende l’esperienza maggiormente disorientante e spaventosa. Si arriva a sperimentare la sensazione di “impazzire”.
L’esatta causa del disturbo di panico non è del tutto chiara ma si ritiene possa consistere in una combinazione di fattori fisici e psicologici che includono:
Esperienze di vita traumatiche
Un trauma come, ad esempio, un lutto a volte può scatenare un attacco di panico che può comparire subito dopo l’evento o manifestarsiinaspettatamente a distanza di tempo.
Genetica
Avere un familiare stretto, di I grado, con disturbo di panico aumenta il rischio di esserne colpiti.
Neurotrasmettitori
I neurotrasmettitori sono sostanze chimiche che si trovano naturalmente nel cervello. Si ritiene che un loro squilibrio possa aumentare il rischio di sviluppare il disturbo di panico.
Pensiero catastrofico
Secondo un’altra teoria, le persone che soffrono di attacchi di panico tendono a concentrarsi su sintomi fisici lievi e a interpretarli in maniera catastrofica come fossero segni di una malattia grave. Ciò innescherebbe una risposta di allarme del sistema nervoso che provocherebbe l’attacco di panico.
La terapia psicologica e quella farmacologica sono i due tipi di cura per il disturbo di panico. A seconda delle circostanze individuali, può essere necessario utilizzarne una sola o entrambe.
Se è prescritta la terapia psicologica, probabilmente si tratterà della terapia cognitivo-comportamentale (CBT).
La Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)
Questa terapia ha dimostrato benefici a lungo termine ed è raccomandata per la cura del disturbo di panico. Di solito, è consigliata perché sono disponibili evidenze scientifiche sulla sua efficacia. Consiste in incontri regolari con un terapeuta esperto che discute e approfondisce, con la persona che soffre del disturbo di panico, le reazioni e i pensieri comparsi durante un attacco.
Una volta identificati tutti i processi e le convinzioni negative ed erronee, lavora per sostituirli con altri più realistici e calati nella vita di tutti i giorni. Il terapeuta può anche indicare come comportarsi per affrontare meglio gli eventuali, futuri attacchi di panico. Ad esempio, può insegnare tecniche di respirazione da utilizzare per aiutare a mantenere la calma.
La CBT può essere rinforzata da materiale informativo e di autoaiuto. E’ importante fornire informazioni utili, consigli e, soprattutto, supporto su come affrontare e gestire il disturbo di panico.
Ci sono diverse tecniche di auto-aiuto che è possibile utilizzare da soli per contribuire a ridurre i sintomi del disturbo di panico.
Rimanere dove ci si trova:
Se possibile, nel corso di un attacco di panico si dovrebbe rimanere nel posto in cui ci si trova. L’attacco può durare fino a un’ora, quindi, se si sta guidando si dovrebbe accostare l’auto, o il motoveicolo, portandoli fuori dal flusso del traffico e, se possibile, parcheggiare dove è consentito farlo.
Messa a fuoco:
Se si ha un attacco di panico, può essere utile ricordare a se stessi che i pensieri e le sensazioni terrificanti prima o poi passeranno e che ciò che viene percepito non è reale. È consigliabile anche cercare di concentrarsi su qualcosa di concreto, chiaramente visibile e non minaccioso come, ad esempio, il quadrante dell’orologio con le lancette che scandiscono il tempo che passa o un prodotto esposto in un supermercato.
Respirazione lenta e profonda:
Quando l’attacco di panico è in corso è opportuno provare a respirare lentamente e profondamente contando fino a tre durante ogni inspirazione e ogni espirazione. Panico e ansia, infatti, possono peggiorare se si respira troppo velocemente.
Sfidare la propria paura:
Durante un attacco di panico, si dovrebbe cercare di individuare la propria paura e sfidarla ricordando costantemente a se stessi che non è realistica e passerà presto.
Visualizzazione creativa:
Molte cose possono passare nella mente nel corso di un attacco di panico, per esempio, alcune persone pensano a catastrofi e alla morte. Invece di concentrarsi su pensieri negativi, è consigliabile spostare l’attenzione su immagini positive e rilassanti. Pensare a un luogo o a una situazione che faccia sentire tranquilli, rilassati e a proprio agio. Una volta individuata, bisogna concentrarsi su di essa. Ciò dovrebbe aiutare a distrarsi e contribuire ad attenuare i sintomi. Pensare positivamente può essere difficile, soprattutto se si non si è abituati a farlo da un lungo periodo di tempo. La visualizzazione creativa è una tecnica che richiede pratica ma, nel tempo e gradualmente, può determinare cambiamenti positivi sul modo in cui si pensa a se stessi e agli altri.
Non combattere un attacco di panico:
Combattere un attacco di panico, spesso, può peggiorare la situazione. Cercare di resistere all’attacco e non riuscirci può aumentare il senso di ansia, frustrazione e panico.
È meglio rassicurare se stessi ricordando che, anche se può sembrare imbarazzante e i sintomi possono essere difficili da affrontare, l’attacco non è pericoloso per la vita e passerà presto.
Rilassamento:
Se si soffre di disturbo di panico, ci si può sentire costantemente preoccupati e impauriti nell’attesa che possa verificarsi un altro episodio. Imparare a rilassarsi può aiutare ad alleviare l’angoscia e ad affrontare in modo più efficace gli attacchi di panico quando si verificheranno.
Alcune persone scelgono alcune terapie complementari, come il massaggio e l’aromaterapia, per cercare di rilassarsi. Anche attività quali yoga e pilates possono essere utili. Per attenuare i sintomi, inoltre, è possibile esercitarsi su tecniche di respirazione lenta e di rilassamento per utilizzarle in caso di attacco di panico
Attività fisica:
La pratica di una attività fisica regolare, in particolare l’esercizio aerobico, contribuisce a ridurre lo stress e ad eliminare o allentare la tensione. Può anche stimolare il cervello a rilasciare la serotonina che contribuisce a migliorare l’umore.
Dieta:
Livelli troppo alti o troppo bassi di zucchero nel sangue possono contribuire alla manifestazione dei sintomi che caratterizzano un attacco di panico. Pertanto, è necessario mantenere una dieta sana ed equilibrata, mangiare regolarmente e non abusare di alimenti e bevande zuccherati. Inoltre, è opportuno evitare la caffeina, l’alcol e il fumo, perché possono contribuire a scatenare gli attacchi.
L’agorafobia
L’agorafobia è la paura di trovarsi in situazioni da cui non sia possibile fuggire né ricevere aiuto in caso di pericolo. È una condizione complessa che non riguarda solamente, come comunemente si crede, la paura degli spazi aperti.
Una persona malata di agorafobia può avere paura a viaggiare sui mezzi pubblici, a visitare un centro commerciale, a uscire di casa per il timore di trovarsi di fronte a situazioni particolarmente stressanti che non lasciano via di fuga e danno sensazione di soffocamento. Di solito, quindi, tende ad evitare tutte quelle situazioni che potrebbero scatenare l’ansia; preferisce uscire di casa solo in compagnia di un amico o di una persona cara; ordina la spesa online invece di recarsi di persona in un supermercato. Questo tipo di comportamento, volto a evitare il pericolo di stare male, è definito come evitamento del rischio (avoidance).
L’agorafobia, nella maggior parte dei casi, si sviluppa come complicazione del disturbo di panico. Poiché spesso compare quando la persona si trova in situazioni o in ambienti simili a quelli che in passato hanno scatenato un attacco, la paura che possa verificarsi nuovamente porta ad evitare ogni circostanza a rischio.
Si genera così un circolo vizioso: “ansia, attacco di panico, paura dell’attacco di panico, agorafobia “. Un circolo vizioso che bisogna riuscire ad interrompere quanto prima. E’ bene comprendere subito che la causa scatenante di tutto è un livello di ansia eccessivo, vissuto dalla persona in un determinato momento della sua vita. L’intervento psicoterapeutico deve quindi agire su due fronti:
1) focalizzarsi sulle cause dell’ansia, ciò individuare a quale pericolo interno la persona sta reagendo,
2) lavorare sulla gestione e controllo dell’ansia/paura, affinché questa non prenda il sopravvento rispetto a tutto il funzionamento della persona, ingenerando il meccanismo della paura della paura.
La gravità dell’agorafobia può variare notevolmente da individuo a individuo. Persone con un agorafobia grave possono essere incapaci di uscire di casa, mentre altre con forme lievi riescono a viaggiare per brevi distanze senza problemi.
I sintomi dell’agorafobia possono essere classificati in tre tipi: fisici, cognitivi e comportamentali.
Disturbi fisici
Poiché, in genere, le persone evitano con cura circostanze che possano provocare ansia, raramente sperimentano disturbi fisici. Tuttavia, quando essi si verificano assomigliano a quelli tipici di un attacco di panico e possono comprendere:
battito cardiaco accelerato (tachicardia);
respirazione rapida (iperventilazione);
sensazione di caldo e sudore;
malessere;
dolore al petto;
difficoltà a deglutire (disfagia);
diarrea, tremore, vertigini;
ronzio nelle orecchie (acufene);
sensazione di svenimento.
I disturbi cognitivi
Consistono in sentimenti o pensieri che, a volte, possono accompagnarsi ai disturbi fisici. Includono la paura di:
avere un attacco di panico di fronte ad altre persone e sentirsi in imbarazzo o apparire sciocchi;
essere in pericolo di vita, avere un infarto, un arresto cardiaco o non riuscire a respirare a causa di un attacco di panico;
essere incapaci di fuggire da un luogo, o da una situazione, nel corso di un attacco di panico;
perdere la salute mentale;
perdere il controllo in pubblico;
avere tremori e rossori in pubblico;
attirare l’attenzione degli altri.
Disturbi comportamentali
I disturbi di natura comportamentale includono:
evitare situazioni che potrebbero portare ad attacchi di panico come luoghi affollati, mezzi pubblici e file;
non essere in grado di uscire di casa per lunghi periodi di tempo;
uscire di casa solo accompagnati da una persona di fiducia;
non poter stare lontano da casa.
Alcune persone sono in grado di forzare se stesse ad affrontare situazioni di disagio, ma provano comunque una notevole paura e ansia nel farlo